Gian Luigi Gigli (Per l’Italia-Cd),
Simonetta Rubinato (Pd),
Anna Ascani (Pd),
Gianluca Benamati (Pd),
Paola Binetti (Area Popolare),
Enrico Borghi (Pd),
Rocco Buttiglione (Area Popolare),
Raffaele Calabrò (Area Popolare),
Daniela Cardinale (Pd),
Ezio Casati (Pd),
Diego Crivellari (Pd),
Giuseppe De Mita (Area Popolare),
Vittoria D’Incecco (Pd),
Giovanni Falcone (Scelta Civica),
Federico Fauttilli (Per l’Italia-Cd),
Giuseppe Fioroni (Pd),
Daniela Gasparini (Pd),
Federico Ginato (Pd),
Tommaso Ginoble (Pd),
Gero Grassi (Pd),
Maria Tindara Gullo (Pd),
Vanna Iori (Pd),
Simona Malpezzi (Pd),
Mario Marazziti (Per l’Italia-Cd),
Rudi Marguerettaz (Val d’Aosta),
Flavia Piccoli Nardelli (Pd),
Michele Nicoletti (Pd),
Edoardo Patriarca (Pd),
Teresa Piccione (Pd),
Francesco Priona (Pd),
Ernesto Preziosi (Pd),
Matteo Richetti (Pd),
Paolo Rossi (Pd),
Alessia Rotta (Pd),
Giovanni Sanga (Pd),
Francesco Sanna (Pd),
Milena Santerini (Per l’Italia-Cd),
Mario Sberna (Per l’Italia-Cd),
Daniela Sbrollini (Pd),
Gian Piero Scanu (Pd),
Mino Taricco (Pd),
Guglielmo Vaccaro (Pd),
Simone Valiante (Pd),
Raffaello Vignali (Area Popolare).

(link)


update; l’on Anna Ascani giovane parlamentare del PD che compare in questo elenco, su Twitter mi ha fatto notare che 1) questa che ho pubblicato sarebbe una lista di proscrizione 2) il link alla lettera di Avvenire è “nascosto” 3) io non ho letto l’articolo. Più un altro paio di cose simpatiche in privato che qui non cito perché sono un gentiluomo.

33 commenti a “44 deputati che non voterò mai più”

  1. Paolo d.a. dice:

    Come ti giri ti giri, qualsiasi segno sulla scheda elettorale ti si ritorce contro. Anzi. Ci si. Spezzerò la matita per protesta.

  2. nicola dice:

    Io scommetto che la citazione di Gramsci alla fine o è falsa o è fuori contesto, in modo da stravolgerne il significato.

    Se perdo, mi impegno a rilasciare via bookcrossing una copia del tuo ultimo saggio.

  3. diamonds dice:

    Supercazzole sempre piu` raffinate

  4. massimo mantellini dice:

    @nicola la citazione di Gramsci è abbastanza corretta, nel senso che a quei tempi i socialisti volevano farsi anche loro una propria scuola. Ma è una frase totalmente fuori contesto applicata ad oggi

  5. Pier Luigi Tolardo dice:

    Aggiungo solo questo: Enrico Borghi l’ho votato e lo stimo, penso che abbia fatto bene a chiedere la detrazione fiscale per rette di scuole non statali, ma non so se lo voterò più: ha votato a favore dell’abolizione dell’art.18 e la cosa mi ha contrariato moltissimo…

  6. .mau. dice:

    la citazione gramsciana arriva da https://books.google.it/books?id=Cs_krHy3Q-8C&pg=PT301&lpg=PT301&dq=%22La+libert%C3%A0+della+scuola+%C3%A8+indipendente+dal+controllo+dello+Stato%22+gramsci&source=bl&ots=UcUFysCPUe&sig=mHWMo_U9zOxLgL-smTUaK-GMkw0&hl=it&sa=X&ei=40bzVJOfJpP7avLYgPAM&redir_esc=y#v=onepage&q=%22La%20libert%C3%A0%20della%20scuola%20%C3%A8%20indipendente%20dal%20controllo%20dello%20Stato%22%20gramsci&f=false ma non so se sia stata inventata.

  7. .mau. dice:

    Ho trovato (forse) la citazione completa, che è interessante anzichenò: http://www.diesse.org/detail.asp?c=1&p=0&id=5765

  8. Pier Luigi Tolardo dice:

    In realtà l’Emilia l’esempio della traduzione in pratica dell’insegnamento gramsciano: tuttora il numero di scuole materne comunali, alcune un esempio internazionale come quelle di Reggio Emilia, alternative a quelle delle suore ma anche a quelle dello Stato centrale, insieme ad un numero elevatissimo di centri di formazione professionale, nate per iniziativa delle giunte comuniste dagli anni ’50 agli anni ’80 e tuttora funzionanti.

  9. massimo mantellini dice:

    ecco .mau. grazie, non avevo messo il link apposta perché mi incasinava la pagina e ora ci hai pensato tu ;)

  10. malb dice:

    Quarantacinque anni fa ho cominciato a insegnare nella scuola pubblica ed ero convinto che le scuole private andassero abolite. Ora dopo circa quarant’anni di insegnamento sono tuttora convinto che le scuole private possono essere ammesse solo se autofinanziate in quanto non capisco perché lo Stato dovrebbe sovvenzionare chi non accetta un servizio che esso offre. Nel frattempo si è fatto di tutto per fare in modo che la scuola pubblica diminuisse di qualità all’interno del processo della sua diventare scuola di massa e si sono spostati soldi verso la scuola privata che di qualità, fatte alcune debite eccezioni, ne ha sempre avuta poca.
    In realtà il finanziamento alla scuola privata (ma perché Renzi non interviene anche sull’articolo della Costituzione che lo nega?) ha un primo aspetto di sostegno alle scuole cattoliche e un secondo di creazione di una piccola fascia di elite che non comprende per nulla la grande maggioranza delle scuole private. Il resto è peggio della scuola pubblica.
    In conclusione non solo non voterò alcuno dei parlamentari che hanno sottoscritto la lettera, ma neppure il PD se continuerà a sostenere quanto è scritto nella sua “riforma della scuola”.
    Nota a margine.
    Citare Gramsci al di fuori del contesto storico in cui la nota è stata scritta ed estrapolando alcune frasi mi sembra quanto meno indecente.

  11. massimo mantellini dice:

    @malb grazie

  12. Pierluigi dice:

    Ma tutti questi sostenitori della scuola statale, hanno mai avuto a che fare veramente con questa scuola?
    Io ho tre figli e sono stato professore in un ITIS.
    Potrei raccontare innumerevoli fatti.
    Ma giungo direttamente al dunque, chè di episodi ognuno di noi ne ha a iosa.
    Lo stato italiano non è in grado di garantire neanche la pulizia delle strade, figuriamoci una scuola di qualità.
    Ci ha provato, ma, complici anche i sindacati che vedono la meritocrazia come un’offesa, si è arreso.
    Vogliamo parlare poi delle università?
    Cosa c’è di più penoso di quello che avviene nelle nostre università, dove il merito viene costantemente offeso dalle mafie
    dei baroni.

    Io penso che i nostri figli debbano mangiare , ma non sta allo stato coltivare campi di grano.
    E che debbano studiare, ma non sta allo stato fare le scuole.

    Io per primo come genitore ho a cuore l’istruzione di mio figlio.
    E’ più opportuno che lo stato mi garantisca un buono da spendere in qualsiasi scuola, pubblica o privata.
    Sarà mia responsabilità scegliere per mio figlio la scuola migliore.

    Comunque giusto per metter un link ecco un esempio fresco fresco di come viene gestita la nostra università pubblica:
    http://bit.ly/1E74xFa

  13. .mau. dice:

    e allora cancella il commento, tanto poi ho trovato la fonte originale…

  14. nicola dice:

    @.mau. , malb e mante
    Fuori contesto dunque.
    c.v.d.
    Grazie.

    @Pierluigi
    Io forse sono stato fortunato. Ho usufruito di una scuola pubblica che, nonostante tutto, mi ha dato moltissimo. Tornassi indietro, non la cambierei con nessun’altra.

  15. Larry dice:

    “Non voterò il tal parlamentare” è un concetto abbastanza astratto, a meno che voi non abbiate notizie più nuove delle mie sulla legge elettorale prossima ventura.

  16. Marcello Semboli dice:

    Io sono a favore del “gettone scuola”, cioè lo stato paga un tot per la mia istruzione, sempre uguale, sia che io scelga la scuola pubblica sia che io scelga una scuola privata.
    Ma mi par di capire che non si vada in questa direzione.

  17. Giancarlo dice:

    “Lista di proscrizione” un bel paio di co…ni!
    I parlamentari sono liberi da “vincolo di mandato”? Bene.
    Vogliono poter votare in libertà di coscienza? Benissimo!!
    Io allora voglio essere libero non solo di (non) votare chi voglio, ma anche di rendere pubblica la mia scelta.
    “Libertà di coscienza”, anche se non sembra, è un concetto “palindromo”, checché ne pensino i nostri beneamati parlamentari, nel senso che *deve* essere letta da entrambi i versi – rappresentanti e rappresentati (??) – allo stesso modo.
    Ho terminato, Vostro Onore…

  18. andrea61 dice:

    A me piacerebbe che per una volta si discutesse laicamente partendo da dati e numeri e citando quanto succede negli altri paesi europei, sempre e non solo quando fa comodo.
    Ma poi scopriremmo che la scuola, pardon il re, è nudo e non è vero che non ha i soldi per comprare i vestiti.

  19. La lettera di 44 parlamentari della maggioranza in favore delle scuole paritarie dice:

    […] sono mancate le risposte polemiche. Qui trovate lo scambio tra Massimo Mantellini e il deputato Pd Anna Ascani, e qui la posizione della “Rete degli […]

  20. Paolo d.a. dice:

    Non conosco l’onorevole che ha protestato per la riproposizione della lista in cui lei ha voluto inserirsi con la sua firma.

    Magari è proprio questo il problema: considerando la scarsa comunicazione sugli obiettivi raggiunti in questa legislatura nella propria attività, forse le pesa di più il fatto che quell’unica cosa in cui crede e di cui noi ora sappiamo qualcosa grazie a manteblog venga messa in tale evidenza.

    Si chiama dibattito pubblico, democrazia, pubblica opinione, libertà di espressione, libertà di critica. Insomma robe che dovrebbe conoscere bene. Dovrebbe ma, visto che le definisce liste di proscrizione, è lecito dubitarne.

  21. Paolo d.a. dice:

    Per trovare info sull’on. sono finito sul sito della Camera, dove tra gli altri ho trovato una sua proposta di legge sull’educazione digitale, dove si parla molto dell’impreparazione dei giovani e della necessità di sviluppare una migliore presenza online magari tramite curriculum vitae su Internet.
    Consiglio la lettura, per conoscere meglio almeno uno dei 44 firmatari:

    http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0024910.pdf

    (scusassero il link sciupapagine)

  22. Rodolfo dice:

    Vedo che la leggenda della sacra costituzione che vieterebbe il sostegno alle private è dura a morire.
    Magari, ecc, andarselo a leggere quell’articolo… perchè se un alunno alla pubblica costa 10 e uno alla privata costa 5, allora la privata, l’aritmetica insegna, non è un ONERE di 5, ma un RISPARMIO di 5.
    E siccome la costituzione dice che le private non possono essere un onere, questo viene rispettato fino a che la spesa procapite per le private sia INFERIORE a quella procapite per le pubbliche. Cosa che sarebbe vera pure se domani lo stato raddoppiasse di colpo gli stanziamenti.

    Imbarazzante la forma mentis di chi scrive che “sono tuttora convinto che le scuole private possono essere ammesse solo se autofinanziate in quanto non capisco perché lo Stato dovrebbe sovvenzionare chi non accetta un servizio che esso offre.”
    La società concepita come obbligo di accettare dei servizi offerti in monopolio. Terrificante.
    Uno dei motivi per cui farò l’impossibile, debiti compresi, per non mandare mio figlio alla pubblica, è che ci insegnano persone così.

  23. ale dice:

    La questione del “gettone” da spendere dove si vuole potrebbe essere accettabile, ma solo se accompagnata dalla contestuale abolizione del valore legale del titolo di studio.

    Adesso come adesso il rischio “diplomifici” e’ troppo grande: attualmente i diplomi facili si pagano profumatamente, se in un futuro diventassero anche semi-gratuiti sarebbe veramente troppo.

  24. Edoardo dice:

    Comunque, bisognerebbe analizzare bene il perché dei sussidi alle scuole paritarie in barba all’articolo 33 della costituzione.

    Tolti i motivi clientelari, si possono trovare due ragioni: primo, le scuole paritarie sorgono in luoghi dove risulterebbe insostenibile tenere aperta una scuola pubblica; secondo, lo stato riesce, con una spesa minima se confrontata con quella per la scuola pubblica, a far accedere ad un livello di istruzione d’eccellenza un bacino più grande di utenti.

    Ne discuto qui: http://bitly.com/1N6UkNb

  25. .mau. dice:

    @ale: il valore legale può anche restare, basta che gli esami siano solo e unicamente statali (quando io che ho frequentato il liceo dai salesiani ho fatto la maturità la commissione era quella del liceo statale lì vicino, e gli esami siamo andati a farli lì).
    Il punto che non mi piace del “gettone” è un altro. La frequenza scolastica è un obbligo, e questo significa che lo Stato è obbligato a istituire le scuole, cosa che se ci fosse una concorrenza – non necessariamente confessionale – significherebbe costi fissi senza nessun “ricavo” (prendete il termine con le molle) certo.

  26. massimo mantellini dice:

    @Rodolfo la questione degli oneri è molto più complicata di così (ci sono spese generali che lo Stato sostiene per la scuola che esulano dal costo annuo del singolo alunno) e in epoche di ristrettezze evidentissime buon senso direbbe che lo Stato tagli quei fondi e basta.

    Aggiungo che oggi – per dire pane al pane – in un Paese ignorante come il nostro la scuola è l’unico luogo dove far crescere un minimo di multiculturalismo che ci sarebbe indispensabile. Così la maggior vergogna di chi come questi 44 signori (ma ce ne sono molti altri con idee simili in Parlamento) è che finanziare anche indirettamente le paritarie significa banalmente fiancheggiare i molti italiani che non vogliono che il loro lucido figliolo finisca in classe con extracomuntari. Che è poi la ragione per cui la grande maggioranza dei genitori preferisce spendere i soldi nella scuola privata.

  27. Pier Luigi Tolardo dice:

    I motivi per cui si sceglie la scuola privata sono tanti e non possono essere banalizzati: condivisione di una tendenza educativa non laica sarà una minoranza ma c’è e va rispettata senza pensare che siano talebani invasati, orari più lunghi, spesso una fama anche giustificata di serietà e preparazione degli insegnanti ma ci sono anche i diplomifici, oggi la tendenza della gente più ricca è iscrivere i figli a scuole straniere,non religiose, dove gli italiani sono pochi, le lezioni sono in inglese, francese, tedesco, a Forlì e Novara queste scuole non ci sono ma a Milano, Roma, Torino ci sono e queste sono la fucina delle future elites italiane, questi però della detrazione fiscale non hanno bisogno, spesso sono evasori totali…Dove andava mia nipotina in una classe non numerosa di un Liceo delle suore, l’anno scorso,2 musulmane e un cinese confuciano, ovviamente extracomunitari benestanti…

  28. mitter dice:

    tu metterai una crocettina sul simbolo come puoi evitare un nome di una tua personal black list?

    anche questo è populismo

  29. malb dice:

    @Rodolfo Libero di pensarla e dispendere come vuole. Ricordo solo che lo Stato non è un’impresa che opera in regime di monopolio, ma una istituzione che opera in regime di democrazia. Questo tuttora nonostante i tentativi posti in opera in un recente passato e in atto di trasformarlo in una azienda privata.

  30. Pier Luigi Tolardo dice:

    Nella Costituzione le scuole non statalisono un’istituzione tutelata dallo Stato perchè libertà di insegnamento e di pensiero e di culto stanno alla base del diritto di aprire scuole non statali e di sceglierle da parte delle famiglie, non c’è un obbligo per lo Stato di sostenerle questo è chiaro ma c’è un divieto? Finora la Corta Costituzionale non si è espressa in questo senso ma la situazione delle finanze dello Stato sconsiglierebbe di essere troppo generosi nell’aiutarle ma questo non significa che tutti non debbano avere rispetto non formale per queste scuole, queste famiglie, questi insegnanti, questi studenti.

  31. Emanuele dice:

    “Che è poi la ragione per cui la grande maggioranza dei genitori preferisce spendere i soldi nella scuola privata.”

    Ma le scuole private c’erano quando di scolari stranieri non c’era nemmeno l’ombra. Io negli anni settanta ho frequentato le elementari in una paritaria perché mia madre era a sua volta insegnante di scuola media (pubblica) e dal momento che doveva farsi decine di chilometri ogni mattina doveva uscire presto e lasciarmi a scuola il prima possibile (inconvenienti della modernità e della parità di genere). Solo che le elementari pubbliche aprivano troppo tardi. Da qui il ricorso alla paritaria – pagato salato. Ricordo troppo bene le mattine in cui alle 7.20 ero nella cucina della scuola, con le suore che facevano colazione, mentre i miei compagni arrivavano dalle 8 in poi (le lezioni iniziavano alle 8.25). Se lo potevano permettere perché le loro madri erano praticamente tutte casalinghe (inconvenienti del vecchio mondo e della disparità di genere). Dalle medie in poi ho frequentato la scuola pubblica visto che potevo gestirmi da solo colazione e preparazione per uscire.

  32. Stefano dice:

    A proposito della citazione di Gramsci:
    http://malvinodue.blogspot.it/2015/03/blog-post_25.html

    Stefano

  33. mfp dice:

    mmm… esistono liste di persone, in ogni ambiente e supporto (carta, cd, hd, lapidi, etc); quello che differenzia i quadri dei risultati scolastici, o l’anagrafica dei clienti di un’azienda, da una ‘lista di proscrizione’ e’ che nella lista di proscrizione ci sono dei criminali (o presunti tali, o unti… come nel caso degli stupratori recidivi gia’ usciti da galera).
    Qui c’e’ un Mevio Pallino che esprime una opinione politica; come Forza Nuova a Milano, ha messo al bando i Libri Froci, listando i loro autori. In ambo i casi i listati, a meno di code di paglia, non sono criminali (o simili).