La discussione di questi giorni sul #risorgiblog è stata riassunta in questo post di GBA. I vari link li trovate lì. Visto che il mio precedente post era facilmente equivocabile e un po’ parlava d’altro aggiungo qui due-tre cose che penso sull’evoluzione dei blog in Italia.
La tabella coi post 2011 vs 2010 dei miei 15 amici mi pare disegni una tendenza difficilmente discutibile e che è valida anche per blogger “forti” come quelli citati. Tranne poche eccezioni quasi tutti bloggano meno. Il grosso della rarefazione ha avuto origine qualche anno fa con l’adozione diffusa dei SN. Le piccole cose delle nostre vite oggi finiscono altrove: in uno status update, in un tweet, dentro le cascate di Tumblr. Alcuni sciagurati utilizzano Facebook come luogo centrale della propria presenza di rete anche per i contenuti strutturati che producono e questa è una sciocchezza per molte ragioni (le principali: mancata indicizzazione, ricerca e archivio). L’apoteosi dell’autolesionismo è stato quello di chi ha chiuso il blog e continuato a bloggare nelle note di Facebook: ad una audience maggiore, immediata e rapidissima, alla soddisfazione di un pubblico di commentatori (finalmente! quelli che nel blog nessuno vedeva mai) segue un oblio altrettanto rapido e senza ritorno di qualsiasi contenuto postato.
Bloggare stanca. Per molti aprire un blog ha significato darsi un obiettivo alto. Voi però fateci caso, lasciando perdere la schiera di quelli che coi blog ci volevano guadagnare (denaro, fama, o quello che vi pare a voi) chi ha continuato ad aggiornarli lo ha fatto prima di tutto per proprio piacere personale. Perché aveva un gruppo anche piccolo di persone che seguivano quanto scrivevano. O anche perché bloggare stanca ma è un esercizio di privatissima libertà. La grande maggioranza di quanti avevano “investito” nei blog ora sono altrove. Ad investire altrove. Del resto è nell’ordine delle cose che ci sia molta gente che non capisce (o che al contrario a differenza nostra abbia capito tutto), e che dio li benedica lo stesso.
Insomma adoro i blog di chi scrive un blog perché gli piace, perché farlo lo completa, ma non pretendo che sia per tutti così. E mi accontento di come in questi anni leggerli abbia cambiato il mio modo di vedere il mondo. Per questo mi dispiaccio molto quando amici decidono di smettere. Per esempio Giuseppe Granieri ha scritto ieri un post al riguardo dell’evoluzione che stiamo vivendo che condivido in toto. Ma lo stesso fatico a perdonagli il fatto che il suo blog è diventato monotematico (gli è venuta la fissa degli ebook) e poco aggiornato. Sono egoista e dispiaciuto (nel suo caso e in molti altri) per quello che perdo io come lettore. Lo stesso non posso fare 600 km ed andare a casa sua a spingere io i suoi ditini sui tasti del suo vecchio ibook bianco (GG ce l’hai ancora?). Le cose vanno come devono andare. La lista delle persone che amavo leggere e che non leggo più è molto lunga, ma ci saranno nuovi blog che scriveranno cose altrettanto interessanti.
Perché lo strumento blog resta un campo di gioco formidabile e sarà ancora frequentato da chi ha voglia e idee. E la metadiscussione sui blog di questi giorni ci dice anche che la blogosfera, grande o piccola che sia, può essere anche un grande social network. Molto meglio strutturato e stabile di tanti altri, capace di tirar fili in mezzo al niente, collegando persone che magari non si conoscono: senza che qualcuno li abbia fatti diventare amici o followers. Senza che qualcuno li infili a forza in un cerchio o li sottoscriva da qualche parte. Parole scritte sul web ed un link in certi casi possono essere sufficienti. E nessuno lì a sindacare su quanto scrivi o pensi.
Dicembre 30th, 2011 at 03:02
Ho come l’impressione che questo sia stato uno dei post più sofferti di sempre… Gran bello però!
Dicembre 30th, 2011 at 08:42
Il messaggio “facciamo dei blog (e non della blgosfera, aggiungo io) un grande, diverso e non strutturato social network” è interessante. Bella riflessione. Grazie Mante e buon anno.
Dicembre 30th, 2011 at 09:17
Da condividere riga per riga. Qualcuno sta già dimenticando che il blog può essere suo e solo suo, a differenza della maggior parte dei sn che impongono architettura dei contenuti e gabbie espressive dell’identità. Ma, come dici, il blog è un progetto ‘alto’, piccolo magari, ma alto. Forse dovremmo adoperarci per suggerire a quante più persone che si avvicinano alla rete l’uso di una scaletta. Facebook, Twitter, d’accordo, ma anche una scaletta per costruirsi un bel blog personale.
Dicembre 30th, 2011 at 11:26
Grazie…c’è di che riflettere, e da fare.
Un buon anno da una lettrice saltuaria che cerca di crescere.
Dicembre 30th, 2011 at 11:26
Massimo, lo trovo uno di quei post lucidi ed emotivamente coinvolgenti che fanno venire voglia di scrivere post :)
“Parole scritte sul web ed un link in certi casi possono essere sufficienti. E nessuno lì a sindacare su quanto scrivi o pensi.”
Dicembre 30th, 2011 at 11:50
Non ci conosciamo, non credo abbiamo alcunché “in comune” (salvo passaggi a Spoleto io per altro, tu per CISAM) eppure mi piace passare qui e leggere, imparare, trovare nuove prospettive sulle cose. A me va bene così, anche se non sono “blogosferico”.
Saluti.
Dicembre 30th, 2011 at 14:34
Grazie per i tuoi pensieri, credo che il blog sia un luogo in cui le nostre idee si formano per via dell’esposizione a storie che le persone si raccontano a vicenda; che poi talvolta i media raccolgono e amplificano.
Nessuna generazione precedente ha mai avuto tale occasione per esporre il proprio sapere.
Forse non durerà per sempre, ma oggi riusciamo a tramandarci un testo di storia in storia, da una persona all’altra, senza mediazioni. E con la massima libertà.
Dicembre 30th, 2011 at 15:20
Bellissimo: “Anche che la blogosfera, grande o piccola che sia, può essere anche un grande social network”. Ciao Massimo, buon 2012!
Dicembre 30th, 2011 at 15:20
[…] cura editoriale post segnalazione e newsification. Perché, come ha scritto Massimo Mantellini in un accorato post: lo strumento blog resta un campo di gioco formidabile e sarà ancora frequentato da chi ha voglia […]
Dicembre 30th, 2011 at 16:15
Degna chiusura del 2011. Cercheremo di pubblicare cose intelligenti e forse utili anche l’anno venturo.
Dicembre 30th, 2011 at 17:19
il blog(per me),ovvero :come imparai a non preoccuparmi e ad amare la mia componente autistica
http://www.youtube.com/watch?v=_Rfs2OasOrw
Dicembre 30th, 2011 at 18:05
condivido il post in pieno..
la blogosfera è un grande socialnetwork libero, senza restrizioni dove la libertà di espressione è senza spazi.
Dicembre 30th, 2011 at 18:25
Grazie, nel post è spiegato, e finalmente anch’io l’ho capito, perché tengo un blog dal 2008 abbastanza costantemente anche se è seguito solo dai parenti stretti e da qualche amico dietro ricatto.
Non ho intenzione di chiuderlo; qualche foto curiosa e/o provocatoria credo riuscire ancora a pubblicarla.
Dicembre 30th, 2011 at 19:16
Bellissimo post. Mi ha quasi fatto venir voglia di riprendere a curare il blog che ho subappaltato in toto a mia moglie…
Dicembre 30th, 2011 at 19:45
I blog hanno indubbiamente perso smalto, come testimonia peraltro la chiusura imminente dello storico Splinder. Perché la gente inevitabilmente va dove c’è più gente. E questo è il momento dei social network. Capaci di fornire interazioni rapide tra gli utenti come avviene nelle chat (e non a caso anche queste ultime hanno perso moltissimo appeal), e la possibilità di esprimere le proprie opinioni o i propri concetti (brevi o lunghi) worldwide.
Internet sta diventando sempre più globale e alla portata di tutti. I blog non moriranno, almeno non così facilmente e repentinamente. Rimarranno luoghi frequentati da persone che vogliono approfondire determinati argomenti, informarsi, ragionare, discutere con criterio. Mentre i social network, per la loro stessa natura, rimarranno un luogo dove si dibatte di impulso e si diffondono le breaking news
Dicembre 30th, 2011 at 23:55
Un post che ha messo in ordine pensieri che avevo in testa e che faticavano a trovare una quadratura. Forse è per questo che continuo a leggere blog. Grazie Mante per quello che hai scritto e che continui a scrivere. Buon anno.
Dicembre 31st, 2011 at 00:38
[…] lo ammetto sinceramente e con una punta d’invidia, questo bel post di Massimo Mantellini lo avrei voluto scrivere io, tanto ha dato forma organica e bella a pensieri […]
Dicembre 31st, 2011 at 10:32
Mante +1 !
(giusto per provocare un po’) :-)
Dicembre 31st, 2011 at 15:49
[…] le varie cose che ho letto in questo finire d’anno c’è stata una lunga discussione sui blog al termine della quale non ho assolutamente capito se i blog sono morti o godono di […]
Dicembre 31st, 2011 at 19:10
[…] le varie cose che ho letto in questo finire d’anno c’è stata una lunga discussionesui blog al termine della quale non ho assolutamente capito se i blog sono morti o godono di […]
Dicembre 31st, 2011 at 21:57
Bel post, Massimo. Scritto con passione. E sono d’accordo con la tua analisi. Bloggare stanca, ma se alla fine scrivi per il piacere di scrivere e non per vendere se aumentano utenti e commenti, allora il diario on line – perché questo era ed è un blog – ha ancora senso. Nel mio caso lo considero un pò come come un diario di bordo nel mare delle informazioni: quando ho qualcosa da annotare, scendo nella cabina digitale e scrivo…
Gennaio 1st, 2012 at 07:04
Io trovo invece apprezzabile che, quando uno non ha niente da dire, semplicemente non dica niente, piuttosto che far diventare lo scrivere su un blog una specie di obbligo al quale chi inizia non può più sottrarsi finendo per scrivere quasi di controvoglia.
E’ il problema che ha la carta stampata, il giornale ha sempre lo stesso numero di pagine, salvo casi eccezionali, ma, se assolvesse in pieno e in maniera ideale al suo compito di raccontare le notizie, in certi giorni dovrebbe avere più pagine e in altre meno, e a volte niente del tutto.
Il bloggher non deve riempire per forza un tot numero di pagine al giorno, può parlare di quello che vuole quando vuole, e può tacere quando non c’è niente da dire, lo so che se ci si abitua a leggere spesso qualcuno poi dispiace se questa cosa viene a mancare, però bisogna anche apprezzare la libertà di tutto ciò e rispettare il silenzio di chi, magari per impegni più importanti, non blogga più come prima.
Gennaio 2nd, 2012 at 14:08
[…] giorni scorsi hanno visto un dibattito sul possibile ritorno in voga dei […]
Gennaio 5th, 2012 at 10:59
Articolo da lode.
Gennaio 14th, 2012 at 08:24
Dal 2008 ho un blog e più volte ho avuto la tentazione di chiuderlo non tanto perché “bloggare stanca” ma perché a volte perdi il senso della sua utilità, del suo scopo. Nel tuo post ho letto una frase che mi è piaciuta molto e che da sola può dare un senso a questa fatica/piacere di scrivere: “bloggare… è un esercizio di privatissima libertà…”: Bella, la condivido in pieno!
Gennaio 15th, 2012 at 15:21
Bellissimo post.
Ho un blog per svariati motivi, ma il pensiero di guadagnarci qualcosa una volta è stato marginale e ora è quasi totalmente sparito.
Stanca, ma è un bellissimo esercizio, nel mio caso, di scrittura. Oltretutto mi riconosco nelle parole di Baricco in un suo monologo di mesi fa a Che Tempo che Fa. Disse che una persona inizia a scrivere per scagliare delle frecce contro qualcosa, ma poi, forse, le frecciate diminuiscono, e la scrittura diventa un’esercitazione sempre più personale.
Credo che sia questo il ciclo di un blog. Lo vedo anche nel mio “percorso”, iniziai a scrivere un anno fa con degli obbiettivi, e trattavo un argomento ben preciso. E nonostante abbia sempre in mente che ho una stretta cerchia di lettori con altrettanti blogs e ci leggiamo, mano a mano ora sento che scrivo per me, partorendo cose che vanno “off topic” ma senza cercare più quel riconoscimento che è necessario nei primi tempi.
Forse è proprio per questo per cui Granieri sia diventato monotematico, ed è anche il caso di altrettanti blogs che percorrono un “ciclo”.
Saluti.
Santiago
Gennaio 31st, 2012 at 18:39
[…] cura editoriale post segnalazione e newsification. Perché, come ha scritto Massimo Mantellini in un accorato post: lo strumento blog resta un campo di gioco formidabile e sarà ancora frequentato da chi ha voglia […]