Aldo Grasso è evidentemente un po’ troppo trombone per sapere cosa sia Billy. E questo può essere. Ma che nessuno al Corriere gli faccia notare, prima di pubblicarglielo, che ha scritto un pezzo intero basato su una sua cospicua ignoranza, questo è forse un po’ troppo. Per una volta che Minzolini ne aveva azzeccata una.

Ma Billy, perché si chiama Billy? Al proposito si fanno alcune ipotesi. Billy è il nome del cane di Minzolini e il richiamo avrebbe una vago senso spregiativo nei confronti della precedente rubrica. Ma Minzolini ha davvero un cane? Qualcuno avanza l’ipotesi che Billy sia Billy More, nota drag queen scomparsa nel 2005. Altri fanno i nomi di Billy Idol, cantante britannico, all’anagrafe William Michael Albert Broad (Il nome Billy Idol deriva da un episodio avvenutogli in adolescenza. Quando era a scuola, l’insegnante gli consegnò un compito che lui aveva sbagliato con sopra la scritta in caratteri cubitali «William is idle», William è un fannullone. Da quel momento iniziò a farsi chiamare da tutti Billy Idol).
Altri ancora sono sicuri che il Billy in questione si riferisca agli scrittori Bacon Billy o Billy Barton (autore satirico emigrato in Basilicata) oMinzo Billy o Billy Hayes (è stato un contrabbandiere di hashish la cui storia ha ispirato il film di successo Fuga di mezzanotte, 1977, di Alan Parker). Alcuni giornalisti del Tg1 sono invece sicuri che il riferimento sia a un noto succo di frutta o a Billy Costacurta, ex difensore del Milan e marito di Martina Colombari. Noi pensiamo che sia un omaggio a Billy Budd. Gabbiere di parrocchetto di Melville. Gabbiere di parrocchietta, però, suonerebbe meglio.

update: Michele segnala che oggi sul Corriere Grasso torna sull’argomento sostenendo che si trattava di un divertissement. Il pezzo a corredo mi pare dica molto.

(via Emmebi)

35 commenti a “Ci vediamo all’Ikea”

  1. vb (Vittorio Bertola) dice:

    Quando l’altro giorno, trovandomi per caso davanti al TG1 (ormai uno spettacolo di cabaret in sé), ho visto che l’avevano chiamata “Billy” mi sono ribaltato dalle risate… però certo che sapevo cosa fosse, ne ho tre qui a fianco nel mio salotto :) Possibile che Grasso sia rimasto l’unico italiano a non essere mai andato all’Ikea?

    (tutti quelli che non sono mai andati all’Ikea, commentare qui)

  2. Maurizio Gotta dice:

    Possiamo concludere che Billy from Ikea usufruisce di una sorta di anonimato protetto, quantomeno nei confronti di Aldo Grasso?

  3. EmmeBi dice:

    Il link, visibile a tutti, è questo http://emmebi.blogspot.com/2009_12_01_archive.html#6451905416591565430

  4. mario dice:

    neanche io frequento ikea, ma non scrivo neanche sul corrierone.
    ah, so anche di cosa stiamo parlando, comunque.

  5. Daniele Minotti dice:

    Massimo, quando prendi il posto di Grasso? ;-)

  6. Rosario dice:

    Massimo, vi è però da dire che Grasso, sul suo forum

    http://forum.corriere.it/televisioni/29-12-2009/libreria-billy-1440664.html

    da spazio a un lettore che individua chi (o cosa) sia Billy.ù

    Forse Grasso è molto meno trombone di come lo vedete tu e Massimo, forse dava addirittura per scontato che, nell’anno di grazia 2009, la prima associazione tra Billy e i libri stia proprio in Svezia.
    No?

  7. Rosario dice:

    errata corrige: “tu e Michele”, ovviamente!

  8. massimo mantellini dice:

    @rosario, beh il trombonismo di Grasso, secondo me, prescinde da questa cosa di Billy. A parte questo non ho capito che valore abbia il fatto che sul forum in molti abbiano fatto notare la cosa

  9. Atos dice:

    Io non avevo la minima idea di cosa fosse Billy.

    Adesso lo so, e sono un pelo più triste di prima, in generale.

  10. Carlo dice:

    cito Atos: è un peccato non frequentare Ikea? comunque, secondo me, chiamare una rubrica televisiva sui libri col nome di un prodotto commerciale… “fa cagare” (per dirla alla milanese); è come se chiamassi “ava” una lavatrice! o “belpaese” l’Italia :-))

  11. Rosario dice:

    Assolutamente, a volte il trombonismo di Grasso rende inutili le cose che dice (un po’ ciò che accade a Travaglio secondo la mia personalissima percezione). Assurda la sua crociata contro ogni iniziativa di Minoli. Mi ricorda mio padre che mi citava un vecchio modo di dire napoletano: <> (Annibale aveva insegnato al figlio a rispondere alla domanda “come sono i romani?” “cacca!” a memoria).

    Però pubblicare queli messaggi significherebbe ammettere la totale ammissione del vivere fuori dal mondo. Che non sarebbe in linea col suo acclarato trombonismo.
    L’impressione che ho avuto io leggendo sia l’articolo che il forum (prima dei vostri due post) è stata semplicemente “ecco, vedi, anche lui è colpito dal fatto che la rubrica dei libri si chiami come la celeberrima libreria. Nell’articolo però fa troppo free style col suo trombonismo, mannaggia a lui”.

  12. Rosario dice:

    Chiedo ancora scusa, ma vedo che le mie virgolette hanno fatto sparire il modo di dire di mio padre (gli voglio troppo bene):

    “chill fa cumm a’ Annibale. Annibale avev ‘mparat a o’ figl a risponnere: “cumm song e’ roman?” “puppù!””

  13. tangue dice:

    Non ho parole per questo post.
    Grasso ha fatto una bella recensione distruttiva della pseudo rubrica dei libri del pseudo telegiornale della pseudo prima rete rai e voi tutti vi fermate alla cosa più banale, cioè la presunta relazione tra il nome della pseudo rubrica e la presunta ignoranza di aldo grasso del catalogo ikea…
    Mentre voi sfogliate il catalogo IKEA , grasso nella sua recensione ha dimostrato che almeno legge un po’, guarda qualche bel film, ascolta buona musica, cioè quello che dovrebbe fare il redattore di una rubrica decente di critica letteraria! Invece quella che viene trasmessa è adesso un servizio promozionale dei prodotti editoriali di qualche giornalista amico (e grasso questo l’ha scritto a chiare lettere, l’avete letto o stavate guardando la nuova versione blu della billy così bene ambientata sulle pagine patinate del catalogo??)
    Quella recensione è una presa per il …. della suddetta rubrica letteraria, non ve ne eravate accorti?
    Mentre continuate a sfogliare il catalogo IKEA almeno vi siete accorti che il tg1 ha dato i numeri?

  14. Carolus dice:

    E se invece, come credo, Grasso sappia benissimo cos’è Billy e il pezzo è solo riferito all’idiozia di dare un nome commerciale a una rubrica di libri?

  15. Lorenzo dice:

    Chi non è mai andato all’Ikea? Eccomi qui! Ho vinto qualche cosa? :-) Comunque, sapevo che Billy è il nome di una libreria in vendita all’Ikea, anche se devo ancora capire quale sia il problema nel non essere mai andato all’Ikea, francamente mi sfugge (e non è riferito al post sul trombonismo di Grasso).

  16. Dan dice:

    Mah, a me sembra abbastanza evo-post-ultra-snob giudicare trombone e cospicuamente ignorante” un giornalista che magari all’IKEA c’è anche stato ma si metteva nei panni di chi non si è mai preso la briga di memorizzare tutti i nomi dei prodotti IKEA perché si sa mai che un giorno Minzolini ne imbrocca una.

  17. tangue dice:

    Aldo Grasso non è un giornalista qualsiasi. Quello che non gli viene perdonato è che il critico televisivo del corriere della sera è professore ordinario presso l’università cattolica del sacro cuore di Milano (fonte Cineca, mica Wikipedia), cioè fa parte di quella cultura accademica che non ha bisogno di internet per legittimarsi.

  18. Michele dice:

    Già. Solo dopo che qualcuno qui su questo blog si vantava delle proprie “billy”, ho scoperto cosa fossero e avevo ipotizzato si trattasse della stessa “billy” del TG1.
    Modi di dire “d’élite”, ho pensato. Inutile dire che non ho mai messo piede all’Ikea (e perchè avrei dovuto?)
    Oggi leggendo l’articolo di Grasso pensavo di trovare la conferma.

  19. FC dice:

    #Come molti altri anch’io
    ero schiavo della “moda Ikea”. #

    – Buongiorno. – Vorrei ordinare
    la balza antipolvere.

    #Se vedevo un tavolino a forma
    di yin-yang, dovevo averlo. #
    #ll componibile personale
    per ufficio, la cyclette… #
    #. . o il divano a strisce verdi. #
    #Perfino le lampade fatte di carta
    per un ambiente rilassante. #
    #Mi chiedevo quale tipo di salotto
    mi caratterizzava come persona. #

    #Avevo anche i piatti di vetro
    con le imperfezioni… #
    #. . che provavano che erano stati
    realizzati da onesti artigiani. #

    – Attenda, prego.
    – Stavo attendendo!

    #Una volta leggevamo pornografia.
    Ora siamo passati ad “Arredomania”! #

  20. Nik dice:

    Beh, Ikea o non Ikea, non mi sembra un punto a favore del professore disconoscere non un prodotto qualsiasi, ma comunque un arredo oggi divenuto (http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/esteri/ikea-billy/ikea-billy/ikea-billy.html?ref=search ) pietra miliare per diffusione, ed elemento significativo per capire le tendenze di costume e della società di oggi (citando Repubblica, “Bloomberg” ne ha fatto un parametro di analisi socioeconomica).

  21. Gabriele Favrin dice:

    Primo pensiero leggendo il post: “…come mai questa gente importante parla del mio mp3 player preferito…?”
    (Billy, ovviamente)

  22. Ci vediamo all'Ikea – manteblog dice:

    […] Per approfondire consulta articolo originale: Ci vediamo all'Ikea – manteblog […]

  23. Procellaria dice:

    Aldo Grasso non ce la fa più. Qualche settimana fa, commentando lo spettacolo di Paolini su La7, ha scritto: “intimorisce gli spettatori con citazioni di Margaret Thatcher, fa sentire il peso della nostra ignoranza citando il principio di indeterminazione di Heisenberg e chiedendo agli spettatori cosa sia l’entropia”.

  24. Almanacco del Giorno – 29 Dec. 2009 « Almanacco Americano dice:

    […] Mantellini – Aldo Grasso, ci vediamo all’IKEA […]

  25. Maurizio Gotta dice:

    E’ più snob Mantellini che coglie in fallo Grasso sulla cultura nazional-popolare (svedese, per altro) o chi giura di non aver mai messo piede all’Ikea?
    Beati coloro i quali possono ancora oggi permettersi mobili non prodotti in serie industriale, perché essi rappresentano la vera elite del paese.

  26. Mammifero Bipede dice:

    Il TG1 era già un malato agonizzante prima di Minzolini, che lo ha ora condotto allo stadio terminale. Per scrivere cosa ne penso dovrei ricorrere ad un profluvio di turpiloquio che, da “intellettuale snob”, non mi consento di utilizzare.
    Chiamare una rubrica (ex)letteraria col nome di un elemento d’arredo dà l’esatta cifra del messaggio che si vuol far arrivare: i libri servono a riempire le librerie.
    Probabilmente se il TG1 farà una rubrica su internet la chiamerà “Porno-chiacchiere”, o una rubrica scientifica la intitolerà “Archimede Pitagorico”, in modo da veicolare preventivamente un messaggio sul valore che si attribuisce alla materia trattata.
    Insomma, basta parlare del dito, la Luna è più interessante.

  27. Daniele Minotti dice:

    Pare che la Corte europea dei diritti dell’uomo abbia imposto all’Italia di rimuovere tutte le Billy dagli edifici pubblici. E anche la roba di Apple, e anche i Dyson…

  28. Giacomo dice:

    Scusate tanto, io so cos’è Billy e sono stato all’IKEA… e un nome così per una rubrica di libri, specialmente se paragonato al nome precedente, è davvero indicativo del peggioramento anche in termini di contenuti ( tra l’altro, non è che anche Benjamin fosse il massimo dell’approfondimento ).

    Detto questo, meno male esistono ancora persone come Grasso ( e mio padre ! ) che non sono MAI stati all’IKEA e non sanno che cosa sia Billy. Io li vivo come ultimo baluardo all’omologazione culturale che ci sta coinvolgendo tutti, altra faccia della medaglia della globalizzazione, del linguaggio dei media e anche di internet.

  29. Qualunque dice:

    Eh… il Billy è (era?) una discoteca gay di Milano.
    La pelatona Minzoliniana potrebbe attrarre qualche bell’orsetto! ;-)

  30. La curiosona dice:

    Divertissement en passant…

    Ieri Aldo Grasso, cercando di spiegare il titolo della rubrica domenicale del Tg1 dedicata ai libri, , ha formulato una serie di ipotesi una più fantasiosa dell’altra (tra le quali l’eventualità di un riferimento alla drag queen Billy M…

  31. contaminazioni dice:

    Billy, Benjamin, Minzolini, Grasso e la Blogosfera all’Ikea…

    Allora io so chi sia stato Walter Benjamin (nella foto). Di contro non avevo la più pallida idea che "Billy" fosse "la" libreria per antonomasia dell’Ikea. Lo confesso: non frequento l’Ikea, per un semplice motivo: essendo …

  32. Marco dice:

    Quanta amarezza sto provando in questo momento. Io 2 ore fa ho finito di montare l’ennesimo Billy. Continuo a ordinarne da quando quella trasmissione ha cambiato nome. Però non l’ho fissato al muro perché non ho capito che viti ci vogliono per la mia parete. C’è scritto sulle istruzioni che devo rivolgermi a Minzolini.

    Per di più la beffa, ho scoperto che al posto di Condor ora ci sarà una trasmissione chiamata Besta/Framsta/Inreda.

  33. valentina dice:

    fight club si apre col protagonista seduto sul cesso che sfoglia un catalogo ikea.

    se c’è una cosa (fondamentale) che accomuna grasso e minzolini, è la totale mancanza di ironia. qualsiasi sfoggio ne facciano, non c’è verso.

  34. Nik dice:

    E la polemica continua…un bel battibecco è quello che mancava…su Benjamin? No: su [url=http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f6959487fd&vxChannel=Televisioni&vxClipId=2524_228e1730-f9f6-11de-ad79-00144f02aabe&vxBitrate=300]Billy[/url]!!

  35. stefano dice:

    Possibile che leggendo l’articolo non ti passi per il cervello che il “parruccone” lo sapesse benissimo cosa fosse ‘sta Billy? E’ talmente evidente lo sbeffeggio che non c’era nessun bisogno di svelare il vero arcano … finezza un po’ troppo sofisticata per te?
    Complimenti comunque all’eleganza del tiginzolini1, made in sweden.